MISTICA DEL TEMPO DOPO LA PENTECOSTE
Scopo di questo periodo.
Per comprendere bene l’intento e l’importanza di questa stagione dell’Anno liturgico alla quale siamo giunti, è necessario rendersi conto di tutta la serie dei misteri che la santa Chiesa ha celebrati dinanzi a noi e con noi. La celebrazione di questi misteri non è stata un vano spettacolo posto sotto i nostri occhi. Essi hanno apportato con sé ciascuno una grazia speciale che produceva nelle anime nostre ciò che significavano i riti della Liturgia. A Natale, Cristo nasceva in noi; nel tempo della Passione, ci incorporava alle sue sofferenze e ai suoi meriti; nella Pasqua, ci comunicava la sua vita gloriosa; nell’Ascensione, ci trascinava al suo seguito fino al cielo; in una parola, per usare l’espressione dell’Apostolo, “Cristo si formava in noi” (Gal 4,19).
Ma la venuta dello Spirito Santo era necessaria per accrescere la luce, per riscaldare le anime con un fuoco permanente, per rafforzare e mantenere in noi l’immagine di Cristo. Il Paraclito è disceso, si è dato a noi, e vuol risiedere nelle anime nostre e dominare la nostra vita rigenerata. Ora, questa vita, che deve svolgersi conforme a quella di Cristo e sotto la guida del suo Spirito, è raffigurata ed espressa dal periodo che la Liturgia designa con il nome di Tempo dopo la Pentecoste.
La Chiesa.
A questo punto, ci si presentano due oggetti di considerazione: la santa Chiesa e l’anima cristiana. Ripiena del divino Spirito che si è effuso in essa e che d’ora in poi la anima, la Sposa di Cristo avanza nella sua vita militante, e vi deve camminare fino alla seconda venuta del suo celeste Sposo. Essa possiede i doni della verità e della santità. Munita dell’infallibilità della fede, dell’autorità del governo, pasce il gregge di Cristo, ora nella libertà e nella tranquillità, ora in mezzo alle persecuzioni e alle prove. Il suo Sposo divino rimane, è con lei fino alla consumazione dei secoli con la sua grazia e con l’efficacia delle sue promesse; essa è in possesso di tutti i favori che egli le ha elargiti, e lo Spirito Santo rimane in lei e con lei per sempre. È quanto esprime questa prima parte dell’Anno liturgico, in cui ritroveremo i grandi eventi che hanno segnalato la preparazione e il compimento dell’opera divina. In cambio la Chiesa vi raccoglie i frutti di santità e di dottrina che quei misteri hanno prodotto e produrranno nel suo cammino attraverso i secoli. Si vedono così prepararsi e giungere nel tempo stabilito gli ultimi eventi che trasformeranno la sua vita militante in una vita trionfante nei cieli. Questo è, per quanto riguarda la santa Chiesa, il significato della parte del Ciclo liturgico in cui entriamo.
L’anima cristiana.
Quanto all’anima fedele, il cui destino è come il compendio di quello della Chiesa, il suo cammino nel periodo che si apre per lei dopo le feste della Pentecoste deve essere analogo a quello della nostra madre comune. Deve vivere e agire secondo Cristo che si è unito a lei nella serie dei suoi misteri e sotto l’azione dello Spirito divino che ha ricevuto. Gli episodi che segneranno questa nuova fase accresceranno in lei la luce e la vita. Essa riporterà all’unità i raggi sparsi di uno stesso centro, ed elevandosi di luce in luce (2Cor 3,18), aspirerà alla consumazione in Colui che ormai conosce e la cui morte deve metterla in possesso. Se poi il Signore non giudica opportuno trarla ancora a lui, ricomincerà un nuovo Ciclo e ripasserà attraverso gli elementi che ha sperimentati nella prima metà dell’Anno liturgico; dopodiché si ritroverà ancora nel periodo che si compie sotto la guida dello Spirito Santo; infine il Signore la chiamerà nel giorno e nell’ora fissata da tutta l’eternità.
Fra la santa Chiesa e l’anima cristiana nel periodo che si stende dalla prima Pentecoste fino alla consumazione vi è dunque questa differenza: che la Chiesa non lo percorrerà se non una volta, mentre l’anima cristiana lo ritrova ogni anno al suo tempo giusto. A parte tale differenza, l’analogia è completa. Dobbiamo dunque benedire Dio che viene in aiuto della nostra debolezza rinnovando in noi di volta in volta, per mezzo della Liturgia, gli aiuti con i quali siamo messi in grado di raggiungere il fine beato al quale siamo stati destinati.
L’insegnamento scritturistico.
La santa Chiesa nel periodo attuale ha disposto la lettura dei libri della sacra Scrittura in modo da esprimere tutto ciò che avviene nel suo corso, sia nella Chiesa stessa sia nell’anima cristiana. Dalla prima Domenica dopo la Pentecoste fino al mese di agosto, ci fa leggere i quattro libri dei Re. È il compendio profetico degli annali della Chiesa. Vi si vede la monarchia d’Israele inaugurata da David, figura di Cristo vittorioso nelle battaglie, e da Salomone, il re pacifico, che eleva il tempio alla gloria di Dio. Il male lotta contro il bene in questo scorrere dei secoli. Vi sono dei grandi e santi re come Asa, Ezechia, Giosia, e re infedeli come Manasse. A Samaria si dichiara lo scisma, e le genti infedeli riuniscono le loro forze contro la città di Dio. Il popolo santo, troppo spesso sordo alla voce dei profeti, si dà al culto di falsi dèi e ai vizi della gentilità, e la giustizia di Dio annienta in una comune rovina il tempio e la città infedele. Immagine della distruzione di questo mondo allorché la fede vi farà difetto a tal punto che il Figlio dell’uomo, nel suo secondo avvento, ne troverà appena la traccia (Lc 18,8).
Nel mese di agosto leggiamo i libri Sapienziali, così chiamati perché contengono gli insegnamenti della Sapienza divina. Questa Sapienza è il Verbo di Dio che si manifesta agli uomini attraverso l’insegnamento della Chiesa resa infallibile nella verità, grazie all’assistenza dello Spirito Santo che risiede in lei in modo permanente.
La verità soprannaturale produce la santità, che non potrebbe sussistere né fruttificare senza di essa. Onde esprimere questo legame che esiste fra l’una e l’altra, la Chiesa legge nel mese di settembre i libri chiamati Agiografi, Tobia, Giuditta, Ester e Giobbe, nei quali si vede la Sapienza in azione.
Siccome la Chiesa, verso la fine della sua durata in questo mondo, deve essere sottoposta a violente battaglie, si leggono lungo il mese di ottobre i libri dei Maccabei, in cui sono descritti il coraggio e la generosità dei difensori della legge divina che soccombono con gloria, come appunto accadrà negli ultimi tempi, quando sarà concesso alla bestia di far guerra ai santi e di vincerli (Ap 13,7).
Il mese di novembre è occupato dalla lettura dei profeti che annunciano i giudizi di Dio che si appresta a finirla con il mondo. Si vedono passare di volta in volta: Ezechiele, Daniele e i Profeti minori, che annunciano per lo più le vendette divine, mentre gli ultimi proclamano pure la prossima venuta del Figlio di Dio.
Questa è la Mistica del tempo dopo la Pentecoste. Essa è completata dall’uso del colore verde per i paramenti sacri. Questo colore esprime la speranza della Sposa la quale sa che la sua sorte è stata affidata dallo Sposo allo Spirito Santo, sotto la cui guida essa compie con sicurezza il proprio pellegrinaggio. San Giovanni esprime tutto con una sola frase: “Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni“ (Ap 22, 17).