“La pietà popolare è una strada che porta all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in profonda comunione con i vostri Pastori. […] Quando voi andate ai santuari, quando portate la famiglia, i vostri figli, voi state facendo proprio un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così! Siate anche voi veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei ‘ponti’, delle vie per portare a Cristo, per camminare con Lui.”
(Papa Francesco, 5 maggio 2013)
Come non pensare a queste belle parole del Santo Padre, in occasione della recente Giornata delle confraternite e della pietà popolare, considerando l’iniziativa promossa per la domenica di Pentecoste dai fedeli legati alla forma straordinaria del rito romano dell’Emilia-Romagna che organizzano un pellegrinaggio al santuario della Madonna del Poggetto di Ferrara?! In questo mese di Maria, non possiamo che dare spazio a questa belle iniziativa che testimonia il vigore del popolo Summorum Pontificum italiano.
RINGRAZIARE MARIA SANTISSIMA E PARTECIPARE ALLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
Intervista a Marco Sgroi, coordinatore regionale per l’Emilia-Romagna del Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum
1) Questa domenica di Pentecoste, 19 maggio, si svolgerà il primo pellegrinaggio mariano dei gruppi Summorum Pontificum dell’Emilia-Romagna: com’è nata una tale iniziativa?
Marco Sgroi: Come ogni pellegrinaggio, anche il nostro nasce in primo luogo da un’esigenza spirituale: ringraziare Maria Santissima per tutte le grazie che ci ha concesso in questi cinque anni di applicazione del Summorum Pontificum in Emilia Romagna, e supplicarla di continuare ad assisterci perché il nostro percorso spirituale e liturgico possa progredire sempre più. Tutto questo mentre si prepara il nuovo pellegrinaggio internazionale del popolo Summorum Pontificum (anche il nostro pellegrinaggio si chiama così), e mentre i Coetus Fidelium della nostra regione che aderiscono al Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum si sforzano di incrementare la loro collaborazione per risolvere i problemi che ancora ci affliggono, e per intensificare l’opera di apostolato liturgico che ci siamo proposti di compiere nelle nostre comunità diocesane e parrocchiali. Si può ben capire, dunque, perchè avvertiamo la necessità così viva dell’aiuto della Beata Vergine!
La nostra, poi, non dovrebbe essere un’iniziativa isolata, perché, se la Provvidenza vorrà, nelle prossime settimane anche in altre regioni gli aderenti al Coordinamento Nazionale proporranno analoghi pellegrinaggi regionali.
2) Il pellegrinaggio si svolgerà presso il santuario della BVM del Poggetto di Ferrara, perchè una tale scelta?
Marco Sgroi: Vi sono molte ragioni. Innanzi tutto, ragioni di ordine spirituale: il santuario del Poggetto è molto caro ai cattolici ferraresi, e ci è parso giusto unirci al Coetus di Ferrara in questa devozione mariana così sentita. Questo particolare legame con Maria Santissima degli amici Ferraresi, d’altra parte, ci consente anche di rendere loro il merito che si sono guadagnati con il dinamismo e la molteplicità delle iniziative che hanno realizzato negli ultimi anni, dando particolare concretezza a quell’opera di apostolato liturgico di cui parlavo prima. Infine, abbiamo voluto unirci agli amici ferraresi anche nel filiale affetto per il loro nuovo Arcivescovo, mons. Luigi Negri, il cui limpido magistero è così importante anche per la cultura liturgica, che nelle nostre chiese non trova sempre l’attenzione che merita, e per la pacificazione liturgica delle nostre comunità – tema che in Italia non è così sentito come altrove (non devo certo ricordarlo a Paix Liturgique), ma che, invece, dovrebbe essere approfondito anche da noi.
Mons. Negri, poi, ci ha fatto un regalo veramente eccezionale: pur con tutti gli impegni di un Arcivescovo nel giorno di Pentecoste, è riuscito a trovare il tempo per venire anche al Santuario del Poggetto. La Sua presenza ci onora in modo particolare. Infine, non voglio dimenticare don Luca Martini, il giovane parroco che è anche rettore del Santuario e che celebrerà la Santa Messa: è un esempio dei tanti sacerdoti dell’ultima generazione che trovano nella liturgia antica alimento per la loro missione, dimostrando con i fatti la perenne giovinezza della millenaria tradizione liturgica della Chiesa.
3) Qual è il programma preciso della giornata?
Marco Sgroi: Il programma è molto semplice. Ci troveremo alle 10,30 al santuario, e alle 11,00 terremo una breve processione, accompagnata dai canti della tradizione, alla quale farà seguito la Santa Messa solenne in terzo, cantata da don Martini. Il canto sarà sostenuto dal Coro San Gregorio Magno di Ferrara, guidato dal Maestro Antonio Rolfini: ma si tratta di un pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum, per cui la Schola sarà costituita da tutti i pellegrini! Infine, accoglieremo Mons. Negri (non so con precisione in che momento potrà raggiungerci, poiché, come ho detto, la Sua giornata è carica di impegni: ma non ha voluto mancare), che ci impartirà la Sua benedizione e ci dirà attese parole, che, sono certo, ci saranno di forte incoraggiamento. Poi, chi vorrà potrà consumare un pasto festoso secondo gli usi della campagna ferrarese, presso le strutture del Santuario.
4) Qual è la situazione dei gruppi Summorum Pontificum della vostra regione? C’è ancora una domanda per la liturgia tradizionale o il desiderio dei fedeli è ormai soddisfatto?
Marco Sgroi: La domanda richiede una risposta un po’ articolata. Intanto, devo premettere che il nostro coordinamento non riunisce tutti i Coetus Fidelium della regione, ma solo quelli (sono la maggior parte) che hanno aderito al Coordinamento Nazionale condividendo il programma di collaborazione e consultazione reciproche che esso si è dato. Conosciamo però abbastanza bene la situazione di tutta la regione, e devo dire che essa è analoga a quella di molte altre realtà, con luci (tante, grazie al Cielo) e ombre (meno, ma ci sono). Così, nella mia diocesi, Piacenza-Bobbio, abbiamo due Messe, una settimanale, l’altra mensile, e i due Coetus sono perfettamente inseriti sia nella comunità diocesana, sia in quella parrocchiale di riferimento; ma il Coetus di Parma, pur essendo molto attivo, trova una forte difficoltà a mantenere la celebrazione settimanale, poiché l’anziano sacerdote che vi era stato addetto si è ritirato e non è stato ancora sostituito. A Modena – il cui gruppo non fa parte del Coordinamento – la S. Messa è celebrata settimanalmente presso la Parrocchia dello Spirito Santo dal parroco; ma a Reggio Emilia la Messa è solo mensile, ed a Correggio addirittura occasionale. A Bologna vi sono diverse celebrazioni, a Rimini è attivo da anni il Cenacolo della Santissima Trinità, che non fa parte del Coordinamento, ed è un’associazione religiosa riconosciuta dalla Diocesi, e così via. Quanto a Ferrara, dove terremo il pellegrinaggio, è quasi superfluo dire che la S. Messa vi è ben radicata: la celebrazione è settimanale, ed è stata introdotta su iniziativa dell’Arcivescovo mons. Rabitti.
Al di là delle situazioni particolari e delle criticità specifiche, poi, tutti i gruppi conoscono i problemi tipici dei Coetus Fidelium (il Coordinamento è nato proprio per unire le forze e favorirne la soluzione): mancanza di sacerdoti disponibili, necessità di formazione liturgica, difficoltà pratiche di ogni genere (pensiamo, per esempio, alla formazione dei ministranti)… Per cui è davvero difficile dire se la domanda dei fedeli per la liturgia tradizionale sia completamente soddisfatta. Dirò di più: a mio parere, c’è addirittura una domanda ancora inespressa, c’e una sensibilità tradizionale (se vogliamo chiamarla così) che deve ancora manifestarsi. Ci sono ancora molti fedeli per il cui nutrimento spirituale la liturgia tradizionale – che è una ricchezza per tutta la Chiesa – sarebbe particolarmente adatta, ma che, semplicemente, non la conoscono e non hanno occasione di conoscerla. Al fondo di tutto ciò, temo, si colloca un’incultura religiosa sempre più diffusa, che, purtroppo, va oltre la sola questione liturgica (il discorso richiederebbe molto tempo, e una competenza ben maggiore della mia!). Per questo, iniziative come un pellegrinaggio, come la celebrazione della S. Messa tradizionale in un santuario mariano, sono importanti non solo per noi, e non solo per la questione liturgica, ma per tutti, specie in questi tempi di nuova evangelizzazione: alla quale, come diciamo sin dal pellegrinaggio “Una cum Papa nostro” dello scorso novembre, il popolo del Summorum Pontificum cerca di concorrere con la perenne freschezza della liturgia tradizionale
Contatto per il pellegrinaggio: 329 21 41 455 e nonsumdignus@virgilio.it
Dal sito piax-liturgique.it